Traʃumanade intra li rúe
Le parole dell’autrice
Tra i racconti del mio libro Chiesa di nessuno (Edit Fiume, 2012), ho pescato cinque storie e le ho rivisitate e ricalibrate per rendere omaggio alla lingua istriota, farla uscire dagli strati del quotidiano e dare a luce al suo ambiente, l’Istria meridionale. La sfida di Traʃumanade intra li rúe è stata quella di dare respiro e forza sonora al favelà al fine di creare un nuovo strumento di racconto nell’eterna e roborante esperienza del teatro. Preziosissimi, durante il processo di riscrittura, sono stati il contributo e la supervisione di Valter Roša, che mi ha assistito nella composizione drammaturgica dei testi.
Ringrazio i traduttori Loredana Bogliun, Alessandra Civitico Božić, Lorena Ghiraldo Moscarda, Alessio Giuricin, Claudio Grbac, Giorgia Grbac Kmet, Debora Moscarda e Miriana Pauletić per il magistrale lavoro di versione: i dialoghi tradotti in istrioto hanno mantenuto la forza, le atmosfere, il ritmo e i caratteri dei personaggi.
Che cosa sono le traʃumanade? Eventi che superano i limiti dell'umano o che si propongono di farlo, attimi di epifania e di coraggio che accadono nel dettaglio, nei pensieri, negli angoli dell'esistenza. Siamo ancora e per sempre debitori di Dante che coniò il termine per suggerire quella trascendenza che non si può spiegare a parole: trasumanar, l’elevarsi dello spirito quando l’essere umano è fermo in se stesso, centrato. Allora cadono veli e maschere e il cuore vede, afferra e penetra le più semplici e le più alte verità.
È ciò che accade ai protagonisti dei cinque racconti proprio quando si trovano intra li rúe, tra quelle spine dolorose del destino di cui il nostro Ligio Zanini faceva somma poesia.
Esseri umani in crisi, osservatori della natura, custodi di segreti, cuori infranti, ma anche tenaci e
caparbi come i loro desideri. Sono questi i personaggi che state per incontrare e vedrete... davanti al
caos del mondo, essi trasumano.
Roberta Dubac