Co i sassi peici fa le lombrì lounghe


„La raccolta, comprende una sessantina di liriche, ognuna delle quali meriterebbe una disquisizione a parte, ognuna con il suo bravo sampietrino su cui inciampare. Troppa roba buona, troppa pienezza di significati per una semplice introduzione. Ce n'è per tutti i gusti, in uno svariare di considerazioni affettive, emozionali, nostalgiche, ironiche, antropologiche e via dicendo, che sorprende ogni volta per icasticità e varietà. Passando dallo gnoseologico allo gnomico, Elvia Nacinovich canta la vita (Cumo ch'a me peiass la veita), quella di neanche tantissimi anni fa nel borgo bumbaro. Nata in quel civilissimo ambiente culturale contadino che è stato il Dignanese, ne elabora la favella, gli amori, le stagioni, la mentalità, i paesaggi, i campi e il mare, le usanze, l'operosità, gli splendori e le miserie, cui l'antico borgo ha dato l'imprinting.“
Elis Barbalich Geromella
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